Descrizione Sentiero

Cartosio è un paese affacciato sulla valle del torrente Erro, caratterizzato dalla presenza, nel concentrico, della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e della imponente torre medievale, risalente al XIII secolo, che domina la piazza intitolata a Umberto Terracini, il presidente dell’Assemblea Costituente, sepolto nel locale cimitero. Nelle borgate circostanti sono presenti 7 chiesette campestri, alcune delle quali risalenti al 1600.
L’Amministrazione Comunale organizza numerose manifestazioni nel corso dell’anno al fine di promuovere il territorio e i suoi prodotti tipici, alcuni dei quali con certificazione biologica (vini, miele, robiole, zafferano, carni provenienti da bovini di razza Piemontese e tra i salumi, la “baccanhalia”, un salame alla nocciola).

Il sentiero 570, insieme al 569 e al 569A è stato inserito nel progetto finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (Misura 7 – Operazione 7.5.1) denominato
“Itinerario delle chiese campestri e dei calanchi in Valle Bormida di Spigno ed Erro: gran tour dal territorio Unesco “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte” all’Alta Via dei Monti Liguri”
Il tratto del sentiero 570 da Cartosio a Saquana, insieme al 569 e al 569a costituisce un itinerario ad anello denominato “Antichi itinerari a Cartosio, tra borghi, natura e chiese campestri” che parte dal capoluogo, raggiunge la frazione Saquana e il Santuario Nostra Signora della Pieve nel comune di Ponzone e ritorna infine a Cartosio, con una lunghezza totale di  8,5 chilometri. 

Da Acqui Terme si percorre la ex SS334 del Sassello fino a trovare sulla sinistra la deviazione per il paese di Cartosio; giunti sulla piazza del paese si parcheggia l’auto nei pressi della torre medievale.

Il percorso parte da Piazza Terracini (230 m s.l.m.), dove si erge la torre medievale, visitabile fino alla sua sommità (per le chiavi di accesso rivolgersi al Bar Nazionale ai piedi del monumento), transita davanti all’area mercatale coperta e prende a sinistra in direzione di Ponzone, giungendo in breve alla chiesetta dell’Ascensione di Gesù (citata dal Casalis in un documento del 1836); al bivio seguente il cammino tiene la destra (a sinistra si trova invece il sentiero 569) e segue l’asfalto fino ad arrivare al monumento “Elica”, posto nel luogo in cui nel 1940 precipitò un aereo militare che trasportava alcuni ufficiali italiani che si stavano recando in Francia per trattare la pace con il Paese transalpino. I Caduti erano alti ufficiali dell’esercito della Commissione Italiana per l’Armistizio (siglato a Roma il 24 giugno 1940) cappeggiati dal generale Pietro Pintor che figura tra i Caduti.
L’itinerario supera la località Castagnole e giunge alla chiesetta campestre della Madonna del Pallareto (308 m s.l.m.), antico luogo di culto mariano, già citata in un documento del 1683, caratterizzata dalla semplice facciata a capanna, conserva oltre a pregevoli arredi lignei uno dei più antichi ex-voto dipinti nella zona. Dalla collina di Pallareto si può apprezzare una bella veduta sulla valle del Torrente Erro.

Nei pressi della chiesetta il percorso svolta a sinistra salendo tra i vigneti prima su asfalto e poi su sterrato, seguendo il crinale che ad un certo punto si fa pianeggiante, si addentra nel bosco di rovere (Quercus petraea), roverella (Quercus pubescens) e castagno (Castanea sativa); sono inoltre presenti l’orniello (Fraxinus ornus), la robinia (Robinia pseudoacacia), il ciliegio selvatico (Prunus avium), il pero selvatico (Pyrus communis), l’acero opalo (Acer opalus), l’ontano (Alnus glutinosa ), il nespolo (Mespilus germanica) e arriva in una radura dalla quale si ha una vista panoramica sul borgo di Cartosio e sul territorio circostante.
Le specie arbustive e le rampicanti presenti lungo il percorso sono la lantana (Viburnum lantana), il sanguinello (Cornus sanguineus), la colutea (Colutea arborescens), il caprifoglio (Lonicera periclymenum), la vitalba (Clematis vitalba), l’’edera (Hedera helix), il luppolo (Humulus lupulus), l’erica arborea (Erica arborea), il cisto femmina (Cistus salviifolius). 
Dal punto di vista floristico si possono osservare la Polmonaria (Pulmonaria officinalis), la Cinoglossa vellutina (Cynoglossum offinalis), l’Epatica (Hepatica nobilis), la Pervinca (Vinca major), la Chelidonia (Chelidonium majus), il Geranio (Geranium molle), il Vincetossico (Vincetoxicum hirundinaria), la Campanula falso raponzolo (Campanula rapuncoloides), l’ Asfodelo (Asphodelus macrocarpus), l’ Alliaria (Alliaria petiolata), la consolida maggiore (Symphytum officinale).
Nei mesi primaverili ed estivi il paesaggio è arricchito dallo splendido spettacolo delle ginestre (Spartium junceum) e orchidee selvatiche in fiore  fra cui spiccano il pan di cuculo e l’orchidea sambucina (Anacamptis morio, Dactylorhiza sambucina).
Questa meraviglia visiva unita al profumo intenso conducono il visitatore in un percorso sensoriale unico. Il sentiero scende poi sulla strada asfaltata, dove svolta a destra.

Dopo un breve tratto in discesa su asfalto, il percorso svolta a sinistra su strada sterrata, supera il guado sul Rio della Madonna e risale verso la frazione Saquana (267 m s.l.m.), dove si trova la chiesetta dedicata a S. Bernardo (1636), nei cui pressi parte il sentiero 569a.
La chiesetta di S. Bernardo, dedicata in origine anche a San Defendente, custodisce al suo interno interessanti elementi pittorici databili a cavallo dei Secc. XVII-XVIII: sono perfettamente visibili alcune pitture tra cui un ex-voto costituito dalla figura di un giovane di un certo lignaggio vestito con abiti secenteschi, assorto in preghiera, probabilmente il committente del dipinto, oltre ad alcune volute a motivo vegetale di epoca settecentesca. Documenti ufficiali aventi ad oggetto la Chiesa, scoperti grazie a ricerche d’archivio, il piú antico dei quali è datato 1644, testimoniano la fede della comunità per questo luogo.
Il sentiero 570 prosegue su asfalto addentrandosi nel borgo fra le abitazioni e le antiche cascine in pietra con stalla e fienile, memoria tangibile di un passato agricolo e pastorale.


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