Descrizione Sentiero
Percorso ad anello piuttosto lungo che attraversa ambienti diversi, dal castagneto ai crinali rocciosi, dai prati alla pineta; per un tratto occorre risalire il corso del Rio del Capraro su rocce che, in condizioni meteo avverse, possono divenire scivolose e pertanto il sentiero è adatto a escursionisti dotati di una certa esperienza.
Dopo aver superato Acqui Terme, si prosegue sulla SS 334 in direzione Sassello e subito si prende la SP 210 in direzione Ponzone; si continua su questa provinciale fino alla frazione Moretti, dove al km 23,500 si trova la fonte “Berbuia” e si può parcheggiare l’auto.
Dalla fonte Berbuia (mt. 698) si ripercorre la strada in direzione Moretti e, dopo aver superato una stradina a destra dove si dirama il sentiero 536, si percorrono ancora alcuni metri sulla provinciale per poi svoltare a destra in prossimità di un’area giochi, seguendo le indicazioni per la borgata Pessina.
Si segue la piccola strada asfaltata per circa 1,2 km., fino a girare a destra, imboccando una carrozzabile inghiaiata che scende con ampi tornanti in un bel bosco di castagno (Castanea sativa); giunti ad un crocevia all’interno del castagneto si lascia la stradina e si prende il sentiero che prosegue sulla destra.
In breve si arriva a costeggiare il Rio Siriti e giunti sul fondovalle si guada il piccolo ruscello, passando sulla sponda destra e si prosegue in un ambiente incantevole caratterizzato dal nocciolo (Corylus avellana) e dall’ontano nero (Alnus glutinosa), apprezzando il silenzio rotto soltanto dal rumore dell’acqua.
Poco dopo si lascia il rio, girando a destra e, nei pressi della cascina Sodoni (Sedovì) si attraversa un tratto più aperto, giungendo poi ad una piccola frana che si supera senza difficoltà; da qui si prosegue a mezza costa per un lungo tratto, camminando ora nel bosco ora in aree più aperte e, superati alcuni impluvi si raggiunge, salendo leggermente di quota, un bel punto panoramico dove è opportuna una sosta.
Raggiunto un costone roccioso che offre una splendida veduta sul paesaggio circostante, si risale svoltando decisamente a destra e si transita nei pressi del Bric Alto delle Scarne, ove, tenendo sempre la destra, si percorre il crinale salendo tra le rocce fino a sbucare sull’ampio pianoro erboso della località Pianazzi (mt.772), caratterizzato dalla presenza del ginepro (Juniperus communis) e dove è presente l’omonima cascina abbandonata.
A questo punto del percorso c’è la possibilità, imboccando la carrareccia che segue il crinale, di rientrare verso Moretti attraverso una scorciatoia che riporta in un’ora al punto di partenza, evitando il tratto di risalita del Rio del Capraro.
Svoltando invece a sinistra si prosegue sul sentiero arrivando in pochi passi al bordo di un dirupo dove si svolta a destra scendendo su un aspro costone, seguendo i segnavia e gli ometti di pietra che indicano il percorso tra le rocce.
Oltrepassati i ruderi di un antico essiccatoio si costeggia un piccolo rio che dopo alcune svolte si oltrepassa, proseguendo nel bosco di rovere (Quercus petraea) e arrivando ad incrociare il Rio del Capraro, che qui segna il confine con la Liguria.
Si risale il letto del ruscello per circa 500 metri, ora su una riva, ora sull’altra, passando sulle rocce levigate dallo scorrere dell’acqua che in certe condizioni possono risultare scivolose; occorre pertanto prestare molta attenzione per evitare cadute.
Giunti ad una confluenza si prende a destra e dopo pochi metri si prende il sentiero che risale sulla sinistra, lasciando il corso d’acqua; si continua a salire, prima su sentiero e poi su un’ampia carrareccia, fino ad un bivio dove si incrocia il sentiero 536, che per un breve tratto si sovrappone al 535, e dove si prosegue diritto.
Poco dopo la carrozzabile entra in un’ampia pineta dove il sentiero 536 gira a sinistra e dove si trova il Rifugio Forestale dei Pianazzi e una piccola area attrezzata con una fontanella.
Percorsi ancora pochi metri sull’ampia carrozzabile si giunge alla strada sterrata che proviene dai Pianazzi e che costituisce la scorciatoia che consente di rientrare a Moretti, girando a sinistra.
Per concludere il nostro itinerario occorre invece attraversare la carrozzabile e proseguire in lieve discesa, incrociando quasi subito il sentiero 536 che si sovrappone, questa volta fino all’arrivo, al 535.
Il sentiero si inoltra in un bel castagneto e prosegue poi in un bosco di faggio (Fagus sylvatica), nella vallata del rio Roccabianca; si scende verso il fondovalle e, dopo aver oltrepassato due piccoli rii, si risale giungendo al piccolo pianoro dove sorgono le case di Pian Siriti.
Con una comoda strada inghiaiata si risale fino all’asfalto e subito dopo si svolta a sinistra scendendo verso il sottostante tornante; ripresa la stradina asfaltata si risale fino a sbucare sulla provinciale e, girando a sinistra, si ritorna in pochi passi alla Fonte Berbuia, da dove era partito l’itinerario.
Fonte: Provincia di Alessandria
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Caratteristiche
Difficoltà: Escursionisti Esperti
Lunghezza: 13,35 km
Tempo: 6 Ore